CASH (ROMEO & JULIET) - SERIE TV



Su All Music "Cash", docu-reality che segue il percorso di due pezzi da 10 euro. Uno spaccato del Paese attraverso le interviste a chi spende quei soldi. Il viaggio di Giulietta e Romeo. Due banconote raccontano l'Italia. 
Prendi due banconote da 10 euro, tienile d'occhio quando escono da un bancomat, lascia che facciano la loro vita e prova a seguirle, quando passano di mano in mano, di negozio in negozio, di città in città. L'idea è venuta a Giorgio Squarcia, regista (e autore insieme a Giuseppe Longinotti e Francesca Fogar) di Cash - Viaggio di una banconota, in onda su All Music il venerdì alle 21.30 (il 28 marzo la seconda puntata), un documentario-reality che racconta uno spaccato socioeconomico dell'Italia attraverso il percorso di quei due pezzi da dieci. Il viaggio comincia dalla Zecca di Francoforte, dove le banconote "nascono". Le due prescelte, chiamate Giulietta e Romeo, vengono spedite presso una banca nel centro di Milano, dove vengono marchiate con il logo di Cash e inserite in un bancomat. E comincia l'avventura: l'inseguimento delle banconote da parte della troupe, e l'intervista alle persone nelle cui tasche finiscono, seppur temporaneamente, Giulietta e Romeo. "Un'esperienza incredibile, sotto moltissimi aspetti" spiega Squarcia che, pur avendo finito di girare le sei puntate per All Music, non smette più di seguire le banconote per l'Italia. E non smetterebbe nemmeno di raccontare quante persone ha incontrato, quante facce del Paese, quanti spaccati di una società. E' proprio l'intervista l'occasione per affrontare il tema del denaro e parlare di salari, rapporto con i soldi, stili di vita. "La prima domanda che abbiamo fatto è 'Lei quanto guadagna?'. La maggior parte non vorrebbe rispondere, alla fine ce lo facciamo dire". Va così che ogni città, ogni paese, ogni regione si presta a essere raccontata. Un viaggio dall'Emilia Romagna alla Sicilia non è solo un viaggio da Nord a Sud, ma anche un viaggio dalla regione col reddito pro capite più alto a quello più basso. "La gran parte degli intervistati si lamenta delle proprie condizioni economiche - osserva il regista - ne abbiamo incontrati pochissimi, che si siano detti contenti del loro stato. Chi sta bene, non te lo racconta. Sono i più disagiati, che hanno voglia di dire". Persone che, nel loro piccolo, rappresentano una categoria. "L'obiettivo è anche questo - continua il regista - raccontare microcosmi attraverso singoli individui. L'infermiera che ci parla dei medici, dei portantini, della vita in ospedale, ad esempio. O il ragazzo che lavora nel call center, quello che parte da Milano per andare a Riccione a fare lo spogliarello per la Festa della donna. O quello che consegna le bombole del gas a Catania, e che prima faceva il rapinatore di banche. La moneta sceglie le persone e, fra queste, noi scegliamo quale raccontare da protagonista". Un lavoro che mette a fuoco il rapporto degli italiani con i soldi, al di là della condizione economica. "Abbiamo indagato sugli insegnamenti ricevuti, in merito al denaro, sull'atteggiamento di chi è cresciuto in una realtà di miseria - dice Squarcia - e quello di chi non ha mai avuto problemi. Ad esempio, al parcheggiatore di via Veneto, a Roma, abbiamo chiesto in che tipo di realtà si sente di vivere quando passa la giornata a mettere a posto Ferrari e Porsche e poi la sera torna a casa con la Punto". In tutto i personaggi incontrati sono 150-200, "statisticamente non è un quadro completo ma di certo è esaustivo - dice ancora il regista - perché finalmente siamo riusciti a far sì che gli italiani parlassero di un argomento del quale si parla sempre poco volentieri, cioè i soldi. In Cash, sono diventati un po' come il sesso: un tema che si può affrontare senza inibizioni". (La Repubblica, 27 marzo 2008)