TUTTO IN UN GIORNO - SERIE TV


L'idea di scegliere come protagonisti quattro persone il più possibile diverse tra di loro e di raccontare il G8 attraverso la loro routine ha come scopo quello di mostrare, attraverso persone reali, come la vita non sia mai semplice routine.
Come quattro giocatori di scacchi, ciascuno con lo stesso tempo a disposizione, si muovono separatamente attraverso le strade di Genova uniti dai bisogni comuni come la sete e la fame, stretti nella morsa del gioco della vita. Le storie, quattro diversi punti di vista dello stesso evento, si nascono e muoiono insieme al giorno.
La prospettiva Aristotelica del ruolo democratico e unificante del tempo in quattro vite con diverse destinazioni è come un soffio di aria nuova sulle sensazioni che proviamo nei confronti della realtà.

HERALD TRIBUNE - Wallis Wilde

Il meccanismo è quello della "Real TV" applicata alla realtà assoluta: non ci sono protagonisti selezionati da mettere alla prova in una situazine costruita ad arte, in un'isola o in un appartamento; ci sono, invece, quattro storie vere in una giornata particolare, quattro punti d'osservazione diversi per una giornata letta attraverso le tensioni, i volti, le parole, i sentimenti di persone differenti.
Non c'è stato momento delle manifestazioni, degli incidenti, non c'è stato angolo di Genova, che durante i tre giorni del G8 non sia finito sotto gli occhi di una telecamera, offrendo al mondo una ricchezza di informazione visiva assolutamente straordinaria, ma a differenza di ciò che hanno offerto tutte le altre reti, "tutto in un giorno" si è mosso da quattro punti di partenza davvero molto diversi tra loro: Quella di Don Gallo, che viene seguito da quando lascia la sua casa genovese, fino alla sera, quando, al fianco di Franca Rame, porta il suo simbolico assalto alla "zona rossa"; quella di Riccardo Germani, uno dei leader delle tute bianche, che muove i suoi passi dallo stadio Carlini, organizzando il corteo, correndo con il megafono in mano da una parte all'altra instancabilmente; quella di Alessandro Andrei, poliziotto, medaglia d'oro alle Olimpiadi di Los Angeles, che indossa il casco, la maschera antigas e vive la sua giornata di guerra tra le forze dell'ordine; quella di Gianni Tassio, commerciante, amico di Fabrizio De André, proprietario di un negozio di dischi nella leggendaria Via del Campo, testardamente aperto nonostante il "coprifuoco".
LA REPUBBLICA - Ernesto Assante